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Фото автораДана Кучмаш

KHOLODNYI YAR - CALDERONE BOLLENTE DEL FUOCO GIALLO BLU

Nel 1918 dopo la sconfitta amara del giovane Stato ucraino nella guerra contro la Russia bolscevica, il centro della resistenza ucraina si spostò nel territorio tanto decantato da Taras Shevchenko, il cuore dell’Ucraina, Kholodnyi Yar.

I bolscevichi ormai sconfissero tutti, Antanta, Denikin, Makhno, i bianchi, ma rimase un unico centro di lotta per la libertà dell’Ucraina, nel cuore della terra cosacca, nella odierna regione di Cherkasy, il cosiddetto Kholodnyi Yar. I bolscevichi chiamarono Kholodnyi Yar “il calderone bollente del fuoco giallo-blu”. Fu praticamente una repubblica indipendente, dove regnava la libertà e l’amore per la Patria. Fu composta dai giovani uomini gloriosi sulla bandiera dei quali ci fu il motto “Libertà all’Ucraina, oppure la morte”.



L’anno 1920, il capo del Direttorio nella Repubblica Popolare Ucraina Symon Petliura stese l’accordo con il leader polacco Jozef Pilsudki, praticamente rinunciando al territorio dell’Ucraina occidentale Petliura ottenne il sostegno dell’esercito polacco e a maggio occupò Kyiv. Tuttavia, non riuscì ad unire tutte le forze ucraine, il popolo ormai fu esausto dalle continue guerre. Nel frattempo Lenin dopo aver sconfitto i Bianchi, concentrò tutte le sue forze nell’Ucraina. E non solo quelle militari ma anche ideologiche, iniziò con le promesse: “terre ai contadini”, “NEP alle città”, “ucrainizzazzione all’intellighenzia”. La società stanca delle guerre e morti credette a tali promesse, ci credettero quasi tutti tranne alcune centinaia degli otamani di Kholodnyi Yar, i quali continuarono a combattere per la libertà dell’Ucraina fino agli anni 30.



Alla fine dell’anno 1922 la maggior parte degli otamani caddero in una trappola di bolscevichi e furono catturati. Nel 1923 gli otamani nel carcere Lukianivska di Kyiv riuscirono a procurarsi le armi e tentarono di evadere, però rimasero sconfitti, così quado a ognuno di loro rimase un solo proiettile i combattenti di Kholodnyi Yar per non arrendersi al nemico, secondo la tradizione cosacca si spararono a vicenda. Gli altri ucraini al posto dell’ucrainizzazzione ricevettero la russificazione, al posto delle “terre ai contadini” ottennero i kolkhoz e gli Holodomor, al posto della libertà – repressioni, purghe staliniani ed esilio in Siberia.


Dana Kuchmash

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